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Il percorso di "Allegro adagio assai" si dipana lungo tre livelli di narrazione che si intrecciano in un testo denso, stringente, teso, spesso affannoso. Il protagonista è Cesare, un uomo di cinema, iscritto al partito comunista, che pur nutrendo speranze di grandi successi, si adatta spesso a fare lavori di scarsa qualità, prestando la sua penna ad altri autori, più noti di lui, in attesa di occasioni e di tempi migliori. Le vicende private di Cesare, amori, sogni, passioni, lavoro, si intrecciano con la storia del Paese, lungo tutti gli anni che vanno dal "mitico" '68 al 1990, un'epoca caratterizzata da accadimenti politici diversi e contraddittori. Vittorie politiche della sinistra, ma anche sconfitte, delusioni, insuccessi, in una terra di frontiera tra Est e Ovest, scossa da stragi, attentati, violenze, atti terroristici di segno apparentemente diverso se non opposto, tentativi di colpo di stato, crisi economiche e sociali nel contesto mondiale della guerra fredda e poi del declino e della caduta dei Paesi del blocco sovietico.